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Sei Pirlo o Balotelli? – La guida per capirlo

Sei razionale o emotivo?

Oggi ti voglio aiutare a capire una delle distinzioni più utili rispetto al carattere di una persona. La distinzione tra gli apollinei ed i dionisiaci, tra i Balotelli ed i Pirlo, tra gli artisti e gli ingegneri. In altre parole: tra razionali ed emotivi. Individuare a quale tipo rassomigli di più può davvero aiutarti a tracciare con maggiore dettaglio le tue azioni ed individuare la tua strada. Seguimi. Cercherò di rendere il percorso il più semplice ed utile possibile.

Sei Pirlo o Balotelli? 

Entrambi giocano a calcio, entrambi sono bravi con un pallone sui piedi… eppure guardarli in campo è proprio una cosa differente. L’uno – Pirlo – costante, composto, serioso, a tracciare pennellate geometriche sul campo come un ragioniere, l’altro – Balotelli – bizzoso, discontinuo, imprevedibile. 
Ecco, in forma calcistica, una delle contrapposizioni più presenti nel mondo della psicologia e della formazione: quella tra razionalità ed emotività. Si tratta di un tema complesso ed affascinante. Chiarisco però subito una cosa: nessuno è completamente razionale e nessuno è completamente emotivo. E’ difficile trovare una persona che non abbia mai vissuto uno smottamento nel cuore vedendo, ad esempio, la persona amata; o, al contrario, qualcuno che non abbia invece ragionato razionalmente nel momento in cui doveva prendere una decisione. Emotività e razionalità, in effetti, non vivono una contrapposizione in un individuo sano e pienamente sviluppato. Esse si bilanciano e si sostengono razionalmente. Le emozioni rappresentano il feedback istintivo, primordiale delle interazioni che l’uomo sviluppa con l’ambiente. La razionalità, vale a dire la parte logica e conscia del cervello, consente una mediazione tra l’emozione e la risposta comportamentale, adeguandola sulla base dei valori, delle norme, delle esperienze pregresse, dei condizionamenti sociali. 

E’ tutta questione di testa 

Ne deriva una conseguenza che è capitale: non può esistere vera razionalità senza emozioni, e non sono le emozioni che non abbiano conosciuto la mediazione del raziocinio. Per comprendere meglio questo concetto occorre rifarsi a delle nozioni di base di neuropsichiatria e di fisiologia, ed in particolare alla conformazione umana del cervello. Il cervello umano, uno degli strumenti più ingegnosi mai sviluppato in natura, è suddiviso longitudinalmente in due emisferi: emisfero sinistro ed emisfero destro. Essi sono simmetrici ma non identici, presentano anzi vistose differenze che si ripercuotono a livello strutturale e funzionale. 
Simmetrici nei due emisferi celebrali sono, ad esempio, il controllo dei movimenti delle due metà del corpo (i muscoli della metà sinistra sono gestiti dalla corteccia motoria dell’emisfero destro, e viceversa), i messaggi sensoriali (tatto, udito, olfatto, gusto..): essi infatti vengono decodificati dall’emisfero opposto rispetto alla metà del corpo da cui provengono. 
Asimmetriche nei due emisferi celebrali sono invece altre funzioni.
All’emisfero sinistro fanno capo funzioni come il linguaggio, la scrittura, le abilità matematiche, scientifiche e di categorizzazione. Al contrario, l’emisfero destro controlla altre funzioni, tra le quali quelle legate alla musica, all’arte, agli affetti ed al pensiero sintetico. Appare chiaro come la parte destra del nostro cervello sia prettamente dedita a svolgere funzioni inerenti alla creatività ed all’emotività, mentre quella sinistra opera una serie di azioni indirizzate alla razionalità ed alla attività logica. 
Ora è quindi possibile rispondere alla domanda: 

“Sei emozionale o razionale?” 

La risposta è: nè l’uno nè l’altro;) O meglio: nessuno è solo emotivo o solo razionale ma, a seconda che veda anche una seppur minima prevalenza un emisfero o un altro, una persona si connota per essere più o meno votato al raziocinio o più o meno sensibile ai moti interiori, ma nell’ambito di una coesistenza di queste due sfere. Come si è detto, è inutile operare una contrapposizione fra emozioni e razionalità, perché le due aree collaborano e una è indispensabile all’altra. Il nostro compito è di fare sì che nessuna di esse prevalga, ma che si bilancino e armonizzino garantendoci la produzione delle risposte più accurate.  E’ infatti opportuno, e possibile, controllare le emozioni (se segui questo blog avrai già trovato delle tecniche molto efficaci), utilizzando tecniche che vanno da elevati gradi di sofisticatezza, a rimedi assai semplici e assai rapidi. Ad esempio, se riconosci di essere eccessivamente vittima delle emozioni, può essere proficuo impegnarti a spostarti sul razionale, utilizzando semplici escamotage come il concentrarsi su piccoli particolari o staccarti mentalmente dalla situazione in cui ti trovi. Se invece tendi ad essere troppo razionale, occorre imparare a rilassarti e a focalizzarti maggiormente sulle percezioni derivanti dei 5 sensi. Una tecnica straordinaria e straordinariamente efficace è la meditazione. E’ sufficiente che tu dedichi una decina di minuti al giorno alla pratica, nel silenzio e nella tranquillità totali. Se ti applichi con costanza vedrai che cambiamenti riscontrerai! 

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