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Perché la maggior parte delle cose che hai sentito sull’autostima non funzioneranno mai

Fiducia in se, autostima

Sono seduto sulla scrivania esattamente di fronte alla finestra, e di fronte a me si schiudono la città e le colline in una strana giornata di sole gennaiolo e mi ritrovo a pensare se oggi troverò un tema del quale ragionare e scrivere. Fisso distrattamente la libreria quando l’occhio mi cade su un vecchio libro dal dorso sgualcito. Il titolo è piuttosto esplicito. E’ un vecchio libro dal dorso sgualcito che parla dei “metodi pratici par aumentare l’autostima”. Ecco quello che si dice un tema abusato: si è parlato così tanto e così a lungo di autostima che il tema oggi appare risaputo, retorico e superficiale. Ridicolo mi appare pure domandarsi come “aumentare l’autostima”. 

Incuriosito apro una nuova scheda su Chrome. Prendo un sito a caso (greenme.it), scorro le pagine dai titoli verdi fino a quando non trovo un articolo sui 10 punti per aumentare l’autostima. Leggo. Al primo punto, per cominciare, il suggerimento è che non bisogna autosabotarsi (ed io che credevo il contrario), quindi si sostiene che per l’autostima è un toccasana fare complimenti agli altri e portare a termine i propri impegni, senza tralasciare di smettere di pensare a se stessi e rilassarsi. Una volta rilassati è d’obbligo fare una lista degli obiettivi raggiunti, per poi – tecniche evidentemente risolutive – sedersi in prima fila, parlare in pubblico, gestire la propria voce interiore e, per concludere, dare il proprio aiuto al mondo. Insomma: un guazzabuglio di presunti suggerimenti “pratici” sconnessi, spicci e senza costrutto.
Ora, non è che io me la voglio prendere particolarmente con la Marta Albè redattrice dell’articolo, infierendo per la demenzialità dei consigli, per la sicumera con cui sono dati e per lo scarso rispetto nei confronti di lettori in difficoltà. Non me la voglio prendere con lei anche perché sulle pagine di questo sito ne ho fatte altrettante anche se, a dire il vero, ho avuto quel minimo di coscienza che mi ha fatto evitare temi che investono frontalmente la nostra coscienza, la nostra psiche e la nostra anima.
Suggerimenti spiccioli ne ho dati anche io, ma non mi è mai venuto in mente di dire a qualcuno come uscire dalla depressione o essere felice in 10 punti. Spero che i miei affezionati lettori (notoriamente muti e non partecipativi), possano riconoscermelo.
“Possiamo ottenere l’approvazione degli altri, se agiamo bene e ci mettiamo d’impegno nello scopo; ma la nostra stessa approvazione vale mille volte di più”. Diceva Mark Twain, ed è un po’ la tesi generale di quest’articolo: non funziona cercare di aumentare la stima in se stessi facendo di tutto per essere diversi da noi stessi! Non può funzionare e non deve funzionare.
Per aumentare l’autostima non è che devi fare “qualcosa”. Non devi “fare complimenti” ad una persona che ti sta antipatica o “sederti in prima fila” anche se avresti voglia di seppellirti o “parlare in pubblico” se alla sola idea ti senti svenire o “portare a termine i tuoi impegni” se fuori è bella giornata di sole e di vento nella quale hai voglia di immergerti.
L’unica cosa sensata è, come scriveva Mark Twain, ottenere la tua stessa approvazione, imparando a conoscerti davvero, profondamente, a sapere chi sei, nei tuoi pregi e nei tuoi limiti.
Il più delle volte manifestiamo una tale intolleranza nei nostri confronti, una tale insopportazione che c’è da stupirsi non che l’autostima sia bassa, ma che ve ne sia ancora traccia.
I motivi per cui tutto questo accade possono essere tanti: il carattere, la famiglia, l’esperienza, la pressione sociale, i media ed i loro modelli irraggiungibili.
Sono aspetti importanti ma non voglio dilungarmi su questo. Il punto è: fino a che sprechiamo le nostre energie inseguendo modelli, cercando regole e consigli, l’autostima resta una chimera. 
Quando invece i nostri fili interiori sono intrecciati, il dialogo interno è aperto, continuo e possente si verifica un perfetto allineamento tra bisogni, desideri e stima di sé. Quando cessiamo di indossare maschere e costumi per nascondere le nostre debolezze, insicurezze e paure, allora, semplicemente, riconosciamo a noi stessi il diritto di esistere ed esperire la vita esattamente come vogliamo, e l’autostima comincia a zampillare in superficie come una sorgente coperta a lungo da un gran masso.
Può sembrare vacuo, lento e faticoso, ma conoscere se stessi – mi pare – è l’unico modo efficace per amarsi. E’ la ricetta per la felicità? No, non necessariamente. E’ la ricetta per una vita buona.

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One thought on “Perché la maggior parte delle cose che hai sentito sull’autostima non funzioneranno mai

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